Nomima I, 12 (SEG 35.991; Gagarin – Perlman L8), ll. 1-7. Legge proveniente da Lyktos in merito al divieto di accogliere allopoliatai (500 a.C. ca.)

La legge imponeva il divieto di accogliere nella città gli allopoliatai (per altre occorrenze del termine cf. ICret. II.12 3, l. 2; forse in ICret. I.18 2, l. 5; ICret. IV 72, col. VI, l. 47, che reca allopolia), ad eccezione dei cittadini della cretese Itanos e di quanti si trovassero alle dipendenze di cittadini di Lyktos. Il significato da attribuire al termine allopoliatai non ha visto tutti gli studiosi concordi. Diverse sono state le soluzioni proposte: rifugiati politici? cittadini di altre città cretesi stabiliti a Lyktos? liberti senza cittadinanza? ex cittadini di Lyktos ormai lontani dalla patria e dunque considerati come elementi esterni al corpo civico? A meno però di non voler ammettere, con H. e M. van Effenterre, che il termine sia sinonimo di allodemos, sembra ragionevole assumere che con allopoliatai si alluda a cittadini di città diverse da Lyktos, come dimostra anche la contrapposizione tra questi allopoliatai e gli Itanii, che erano di fatto poliatai di un’altra città. Parimenti difficile è comprendere quali fossero le motivazioni sottese al divieto di accoglienza di questi allopoliatai (sulla questione v. H. e M. van Effenterre 1985).

Ad ogni modo, quel che è interessante osservare è come nella Lyktos tardo-arcaica vi fosse già una chiara distinzione tra poliatas e non poliatas e che i poliatai stessi affermassero implicitamente la propria identità da un punto di vista squisitamente giuridico e istituzionale nel riunirsi in assemblea e nel varare una legge in quanto comunità politica deliberante che distingueva nettamente da sé gli elementi esterni. Si noti inoltre che la nostra iscrizione documenta il più antico esempio in nostro possesso di una comunità di cittadini che si autodefiniscono con l’uso dell’etnico (ewade Lyktioisi), mentre, per esempio, un secolo prima la comunità di Dreros si avvaleva della formula ewade poli (Gagarin – Perlman Dr5, l. 1). L’affermazione di tale statuto risulta tanto più significativa se si tiene conto che uno dei bersagli principali di tale legge erano presumibilmente i magistrati supremi della città, tanto quelli ancora in carica (kosmoi) quanto quelli non più in servizio (apokosmoi). Ammettendo infatti che i kosmoi fossero generalmente reclutati solo tra determinati gruppi elitari, risulta evidente che essi avrebbero potuto facilmente accogliere elementi esterni al corpo civico al fine di servirsene come “clienti” e sostenitori per stabilire un proprio potere personale. Ebbene, i poliatai di Lyktos stornano questo pericolo attraverso l’esercizio del proprio potere deliberativo e politico incanalato appunto nella promulgazione di una legge.

	[Θιοί. Ἔϝ]αδε | Λυκτίοισι | ἀλ(λ)ο-
	πολιάταν | ὅστις κα δέκσ[εˉται ․․․․]
	[․․․․]εν, | αἰ μὴ ὄσωϝ̣υτός τε | καρτε-
	ῖ | καὶ τὸνς Ἰτανίονς· | Αἰ δέ κα [․․․․]
5	[․․]α̣ι | ἢ κοσμίων | ἢ ἀπόκοσμο[ς ․]
	[․․ε]ϙϝωλᾶς | ϝαδᾶς | ἐκατὸν λέβητ[ας τ-]
	[εισ]εῖ | ἐκάστω | ὄσος κα δέκσεˉται. | T[․․]

6. 2-3]ρ Fωλᾶς Gagarin – Perlman

Dei. I cittadini di Lyktos hanno stabilito che chiunque accolga uno straniero, dovrà […], a meno che non si tratti di qualcuno che il cittadino abbia in suo possesso o degli abitanti di Itanos. Ma qualora uno dei kosmoi o degli apokosmoi [ne accolga uno?], ai sensi della legge sull’ekwola (?)(van Effenterre – Ruzé)/conformemente alla decisione del consiglio (wola? Gagarin - Perlman) sarà tenuto a pagare cento lebeti per ciascuno straniero accolto. 
  • J. Chadwick, Some Observations on Two New Inscriptions from Lyktos in L. Kastrinaki, G. Orphanou, N. Giannadakis (eds.), Ειλανίπη. Τόμος τιμητικός γιά τόν Καθηγητή Νικόλαο Πλάτωνα Ι, Heraklion 1987, 329-334
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  • H. J. Gehrke, Der Nomosbegriff der Polis in O. Behrends, W. Sellert (eds.), Nomos und Gesetz. Ursprünge und Wirkungen des griechischen Gesetzesdenkens, Göttingen 1995, 13-35
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  • Z. Papakonstantinou, The Cretan Apokosmos, ZPE 111, 1996, 93-96
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  • H. e M. van Effenterre, Nouvelles lois archaïques de Lyttos, BCH 109, 1985, 157-188
  • H. van Effenterre, F. Ruzé, Nomima. Recueil d’inscriptions politiques et juridiques de l’archaïsme grec, vol. 2, Rome 1995