IvO 9 (Minon, I.dial.éléennes 10). Symmachia tra Elide e Eua (?) (500 a.C. ca.)

La tabella bronzea rinvenuta a Olimpia reca il testo di un trattato di symmachia centennale tra la città di Elide e l’altrimenti ignota comunità di Eua, probabilmente un piccolo villaggio della regione dell’Elide. Il trattato stabiliva che le due comunità dovessero supportarsi a vicenda, in particolare in tempo di guerra.

Degna di nota è la clausola finale del trattato (ll. 7-10), in base alla quale chiunque avesse danneggiato l’iscrizione, Fέτας (privato cittadino), τελεστά (magistrato) o δᾶμος che fosse, avrebbe dovuto versare un’ammenda al tempio di Zeus Olimpio. Sembra tuttavia plausibile assumere che l’espressione τὰ γράφεα ταῒ καδαλέοιτο, oltre che alludere al danno materiale, possa riferirsi anche a potenziali alterazioni delle disposizioni contenute nel trattato. Sembra infatti piuttosto difficile immaginare come l’atto specifico di danneggiare il supporto del trattato si possa ascrivere al δᾶμος nel suo complesso: cf. IvO 16, l. 19; Syll.3 38, ll. 35-40, dove l’atto del danneggiare viene attribuito sempre a singoli; v. inoltre CID IV 2002, n. 51, ll. 6-9, dove il δῆμος viene sì menzionato insieme al privato cittadino e al magistrato, ma in riferimento alla violazione del dettato dello ψήφισμα. Tale interpretazione risulta pienamente compatibile con l’ideologia, particolarmente forte in età arcaica, dell’inalterabilità della norma scritta, ideologia che, pur non escludendo in assoluto il mutamento della norma, lo vincolava a procedure piuttosto rigide (cf. per es. IvO 7, ll. 3-4).

Ne consegue che il trattato di symmachia in questione definisce in modo chiaro, già per l’età arcaica, le tre possibili declinazioni dell’individuo, vale a dire come privato cittadino, come carica pubblica e come membro della comunità civica (da intendersi, in un contesto istituzionale, anche come organo assembleare), e fornisce, sia pure implicitamente, un’idea delle prerogative di cui l’individuo godeva nel contesto civico eleo già a quest’altezza cronologica. Il cittadino, Fέτας, poteva cioè esercitare la funzione di magistrato (τελεστά), riunirsi in assemblea (δᾶμος) e, quando fosse possibile e in ben precisi contesti, modificare o alterare il contenuto di leggi e decreti.

                            

            Ἀ Fράτρα τοῖρ Fαλείοις : καὶ τοῖς Εὐ-

            Fαοίοις ·: συνμαχία κ’ἔα ἐκατὸν Fέτεα,:

            ἄρχοι δέ κα τοΐ. : Aἰ δέ τι δέοι, : αἴτε Fέπος αἴτε F-

            άργον, : συνέαν κ’ἀλάλοις : τὰ τ’ἄλ<α> καὶ πα-

5          ρ πολέμō· αἰ δὲ μὰ συνέαν, : τάλαντον κ’

            ἀργύρō : ἀποτίνοιαν : τοῖ Δὶ Ὀλυμπίοι : τοὶ κα-

            δαλέμενοι : λατρειόμενον. : Αἰ δέ τιρ τὰ γ-

            ράφεα : ταῒ καδαλέοιτο, : αἴτε Fέτας αἴτε τ-

            ελεστὰ : αἴτε δᾶμος, : ἐν τἐπιάροι κ’ἐνέχ-

10        οιτο : τοῖ ’νταῦτ’ἐγραμένοι.

Decisione per i cittadini di Elide e per quelli di Eua. Alleanza per cento anni a partire da questo. Qualora ci sia bisogno, si supportino gli uni gli altri, con parole o azioni, specialmente in caso di guerra. Qualora non si supportino, i trasgressori versino un’ammenda di un talento da consacrarsi a Zeus Olimpio. Qualora qualcuno danneggi (o alteri) questo testo, che si tratti di un privato, di un magistrato o della comunità nel complesso, incorra nell’ammenda sacra qui registrata.

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