Il frammento di Cratero il Macedone fa parte di un decreto emanato ad Atene in seguito alla legge di Pericle sulla cittadinanza del 451/0 a.C. Riguarda l’iscrizione dei cittadini alle fratrie e stabilisce che in casi di iscrizione fraudolenta il giudizio spetti alla magistratura ateniese dei nautodikai. Questi ultimi erano giudici che nel V sec. a.C. si occupavano delle cause di xenia. Degno di nota è il fatto che il decreto definisca come illegale l’iscrizione alla fratria da parte di colui che è nato da entrambi i genitori non cittadini, lasciando aperta la questione nel caso in cui uno solo dei due genitori fosse xenos e implicando, di conseguenza, la possibilità che in questo caso l’iscrizione fosse possibile. Quest’ultima eventualità marca dunque una distinzione rispetto alla legge sulla cittadinanza periclea e sembra presupporre una diversa procedura nella registrazione dei nuovi ingressi nel corpo civico all’interno delle suddivisioni civiche minori.
Dal frammento di Cratero si deduce che le graphai xenias erano presentate mensilmente; è invece più complesso individuare la procedura attraverso la quale i nautodikai rigettavano le cause, di fatto senza investire il tribunale competente, come si dedurrebbe dall’appellativo a loro attribuito di hybristodikai, tradotto nel frammento come “coloro che non volevano dar corso alle cause”.
Crater. FGrHist 342 F4a ap. Harp. s.v. Ναυτοδίκαι· Λυσίας ἐν τῷ πρὸς ’Αλκιβιάδην, εἰ γνήσιος ὁ λόγος. ’Αρχή τις ἦν ’Αθήνησιν οἱ ναυτοδίκαι· Κράτερος γοῦν ἐν τῷ δ́ τῶν Ψηϕισμάτων ϕησίν· «’Εὰν δέ τις ἐξ ἀμϕοῖν ξένοιν γεγονὼς ϕρατρίζῃ, διώκειν εἶναι τῷ βουλομένῳ ’Αθηναίων, οἷς δίκαι εἰσὶ· λαγχάνειν τῇ ἕνῃ καὶ νέᾳ πρὸς τοὺς ναυτοδίκας». ’Αριστοϕάνης Δαιταλεῦσιν· «’Εθέλω βάψας πρὸς ναυτοδίκας ξένην ἐξαίϕνης».
Nautodikai: Lisia nell’orazione Contro Alcibiade, se è autentica. I nautodikai erano una magistratura ateniese. Dunque, Cratero nel quarto libro de I decreti dice: «Qualora un individuo nato da genitori entrambi stranieri tenti di iscriversi ad una fratria, sia lecito perseguirlo in giudizio a chiunque fra gli Ateniesi aventi diritto lo desideri; quindi venga processato l’ultimo giorno del mese di fronte ai nautodikai». Aristofane nei Banchettanti: «Una volta immersi i remi in mare voglio subito denunciarti ai nautodikai come straniero» (fr. 237 K-A).
Crater. FGrHist 342 F4b ap. Poll. 8.126: οἱ δὲ ναυτοδίκαι, οὗτοι ἦσαν οἱ τὰς τῆς ξενίας δίκας εἰσάγοντες. ὑβριστοδίκαι δὲ ἐκαλοῦντο, εἴ τι χρὴ Κρατερῷ πιστεύειν τῷ τὰ ψηφίσματα συναγόντι, οἱ μὴ βουλόμενοι τὰς δίκας εἰσαγαγεῖν· ἐπεπόλασε δὲ τὸ τοιοῦτον ἐν Σικελίᾳ.
Questi nautodikai erano giudici che trattavano le cause di usurpazione della cittadinanza. Venivano invece chiamati hybristodikai – se bisogna prestar fede a Cratero, il quale raccolse i decreti – quelli che non volevano dar corso alle cause: ciò fu prassi abituale in Sicilia.
- E.E. Cohen, Ancient Athenian Maritime Courts, Princeton 1973
- C. Patterson, Pericles’ Citizenship Law of 451/0 BC, New York 1981
- D. Erdas, Cratero il Macedone. Testimonianze e frammenti, Tivoli 2002
- D. Erdas, I nautodikai. Note su una magistratura ateniese tra cause di xenia e giurisdizione sugli emporoi, Dike 24, 2021, 33-62