Plutarchus, Demetr. 8.5, 10.1. Demetrio Poliorcete restaura la patrios politeia ad Atene (307 a.C.)

Il 26 di Targelione, all’inizio cioè di giugno del 307 a.C., Demetrio Poliorcete si presentò presso il porto del Pireo con una flotta di 250 navi. La decisione di salpare da Efeso verso Atene viene presentata da Plutarco come ispirata dal desiderio di liberare tutta la Grecia dal giogo di Cassandro e Tolemeo, in accordo con il progetto del padre Antigono (Plut. Demetr. 8.1).

Atene, in effetti, rientrava perfettamente nel progetto di liberazione della Grecia da parte degli Antigonidi: da quando nel 317 a.C. la democrazia era stata abolita, la città si reggeva con una oligarchia censitaria, amministrata dal filosofo Demetrio Falereo in qualità di epimeletes per conto di Cassandro di Macedonia (D.S. 18.74.3), ed era sorvegliata da una guarnigione installata a Munichia.

L’assedio del Pireo è noto dai resoconti di Diodoro (20.45.1-5), Plutarco (Demetr. 8-10.1) e Polieno (4.7.5-6) che presentano dettagli difficilmente conciliabili. Ciò che se ne può ricostruire è che Demetrio si impadronì del Pireo mediante uno stratagemma, permise al Falereo di ritirarsi a Tebe in sicurezza, cacciò la guarnigione macedone e rase al suolo la fortezza sulla collina di Munichia. L’espulsione della guarnigione si accompagnò alla dichiarazione che Demetrio avrebbe restituito agli Ateniesi le leggi (tous nomous) e la costituzione ancestrale (patrios politeia). In tutta risposta, il popolo accolse Demetrio come un liberatore e decretò onori eccezionali per lui (sugli onori vd. Plut. Demetr. 10.3-4, 11.1-2, 12.1-2; D.S. 20.46.2 con Mikalson 1998), ricevendo in cambio la promessa di un donativo di grano e legname.

Ma il tanto celebrato ritorno alla patrios politeia era un ritorno alla democrazia? E, soprattutto, a che tipo di democrazia Demetrio si richamava? Se da un lato il Poliorcete evitava di usare il termine demokratia (o l’espressione patrios demokratia, Arst. Pol. 2.12 1273b 38, 5.5 1305a 28; Memn. FGrHist 434 F 1.4.1), in linea con la riluttanza dei sovrani ellenistici a riferirsi esplicitamente al regime democratico, dall’altro sceglieva di presentarsi come restauratore della libertà e dell’autonomia delle città, in altri termini della sovranità delle poleis. Non da ultimo, l’espressione patrios politeia gli permetteva di porsi in termini oppositivi nei confronti delle esperienze oligarchiche passate e di non esplicitare a quale modello di democrazia voleva richiamarsi. L’argomento del passato autorizzava, inoltre, l’introduzione di riforme presentandole come un ritorno all’antico.

Benché limitata nella sua sovranità dall’autorità del basileus, nel 307 a.C. Atene recuperò effettivamente la democrazia. Il ripristino della costituzione democratica, che si accompagnò alla revoca del criterio censitario per esercitare la cittadinanza, coincise con l’abolizione di alcune riforme di Demetrio Falereo (317-307 a.C.). Non solo l’attacco contro i sostenitori del regime (l’ondata di eisangeliai di cui parla Philoch. FGrHist 328 F 66, con la condanna a morte per chi si era sottratto al processo con la fuga, ma l’assoluzione per chi vi si era sottoposto) e gli istigatori del programma politico del Falereo (la cosiddetta legge di Sofocle contro i filosofi, Poll. 9.42; Ath. 13.610ef; D.L. 5.38 con Faraguna 2016), ma soprattutto la probabile eliminazione di magistrature come i nomophylakes e i gynaikonomoi (accanto alla riattivazione della graphe paranomon) e la rinnovata attività dei nomoteti per agevolare la transizione al nuovo regime (Canevaro 2011). Di più difficile valutazione la ragione dietro l’aumento del numero delle tribù da 10 a 12 con l’istituzione della Antigonide e della Demetriade e la conseguente riforma delle dimensioni del Consiglio, da 500 a 600 membri: onorare i liberatori di Atene, Antigono e Demetrio, o contrastare, aumentando la platea dei potenziali candidati, la riduzione del numero delle magistrature occorsa durante il regime del Falereo? Altre riforme, come l’abolizione della coregia o le leggi funerarie, non furono abrogate. Si registrò, infine, una crescita significativa dell’attività dell’Assemblea, con una concentrazione di decreti in favore di amici e sostenitori di Demetrio (Thonemann 2005).

                         

8.5

γενομένου δὲ τούτου κήρυκα παραστησάμενος ἀνεῖπεν ὅτι πέμψειεν αὐτὸν ὁ πατὴρ ἀγαθῇ τύχῃ τοὺς Ἀθηναίους ἐλευθερώσοντα καὶ τὴν φρουρὰν ἐκβαλοῦντα καὶ τοὺς νόμους αὐτοῖς καὶ τὴν πάτριον ἀποδώσοντα πολιτείαν.

Quando ciò avvenne, postosi accanto un araldo, fece annunciare che il padre l’aveva inviato con buoni auspici a liberare gli Ateniesi, a scacciare la guarnigione, e a restituire loro le leggi e la costituzione ancestrale (trad. di G. Marasco).

10.1

ἐπεὶ δὲ πάλιν ἐπανελθὼν πρὸς τὴν Μουνυχίαν καὶ στρατοπεδεύσας ἐξέκοψε τὴν φρουρὰν καὶ κατέσκαψε τὸ φρούριον, οὕτως ἤδη τῶν Ἀθηναίων δεχομένων καὶ καλούντων παρελθὼν εἰς τὸ ἄστυ καὶ συναγαγὼν τὸν δῆμον ἀπέδωκε τὴν πάτριον πολιτείαν· καὶ προσυπέσχετο παρὰ τοῦ πατρὸς αὐτοῖς ἀφίξεσθαι σίτου πεντεκαίδεκα μυριάδας μεδίμνων καὶ ξύλων ναυπηγησίμων πλῆθος εἰς ἑκατὸν τριήρεις.

Ritornato indietro verso Munichia, Demetrio vi pose l’accampamento, ne scacciò la guarnigione e rase al suolo la fortezza. Così aderendo alle richieste degli Ateniesi che volevano riceverlo, entrò in città e, riunito il popolo, restituì la costituzione ancestrale; promise inoltre che suo padre avrebbe fornito loro centocinquantamila medimni di grano e legname per costruzioni navali in quantità sufficiente per cento triremi (trad. di G. Marasco).

  • I. Arnaoutoglou, Resurrecting Democracy? Law and Institutions in Early Antigonid Athens (307-301 BC), in K. Harter Uibopuu, W. Riess (eds.), Symposion 2019. Vorträge zur griechischen und hellenistischen Rechtsgeschichte (Hamburg, 26.–28 August 2019), Wien 2021, 263-288
  • M. Canevaro, The Twilight of Nomothesia: Legislation in Early Hellenistic Athens (322-301), Dike 14, 2011, 55-85
  • M. Faraguna, Un filosofo al potere? Demetrio Falereo tra democrazia e tirannide, MedAnt 19.1-2, 2016, 35-63
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  • T. Kruse, Not just a Return to the Patrios Politeia – or How to Turn Ten into Twelve: Response to Ilias Arnaoutoglou, in K. Harter Uibopuu, W. Riess (eds.), Symposion 2019. Vorträge zur griechischen und hellenistischen Rechtsgeschichte (Hamburg, 26.–28 August 2019), Wien 2021, 283-288
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  • P. Paschidis, Between City and King: Prosopographical Studies on the Intermediaries between the Cities of the Greek Mainland and the Royal Courts in the Hellenistic Period, 322-190 BC, Athens 2008
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