La nostra conoscenza del rapporto tumultuoso tra il koinon beotico e Demetrio Poliorcete, noto dalla tradizione letteraria (Plut. Demetr. 39-40; D.S. 21, fr. 25-27; Polyaen. 3.7.2 e 4.7.11), si è recentemente arricchito di un nuovo tassello da Akraiphia, una città appartenente al koinon che sorgeva sulla sponda orientale del lago Copais. Si tratta di un decreto onorario per i meteci che combatterono insieme ai cittadini di Akraiphia, seguito da un catalogo dei nomi degli onorati. Il decreto è iscritto sulla faccia principale di un blocco di marmo, di cui si ignora la provenienza, mentre il catalogo si trova sul lato sinistro della pietra. L’analisi prosopografica ha reso chiaro che si tratta di individui di origine straniera, residenti in Beozia. L’editore Kalliontzis, che ha messo in connessione il decreto con il catalogo, ritiene probabile che gli onorati abbiano combattuto in una delle guerre che opposero il koinon al Poliorcete (Δαµάτριον, ll. 8-9; cf. nello stesso contesto cronologico, da Akraiphia, l’epigramma metrico per Eugnotos (Cairon 2009, n. 46), meteco morto in battaglia nel tentativo di respingere l’esercito di Demetrio presso Onchestos). Il documento si data all’inizio del III secolo a.C., essendo il 293 a.C., anno della prima spedizione di Demetrio in Beozia, un terminus post quem affidabile. Una datazione più precisa non sembra possibile, nonostante la menzione dell’arconte Xenokritos alla l. 8. Diversi i contesti plausibili: nel 292 a.C. dopo la conclusione della prima spedizione del Poliorcete in Beozia; nel 291 a.C., in occasione della seconda rivolta dei Beoti che si sollevarono contro Demetrio, mentre questi tentava di conquistare il regno di Tracia; dopo il 287 a.C., quando Demetrio perse il controllo sulla Beozia e restituì ai Tebani la loro costituzione (Plut. Demetr. 46.1).
A quanti tra i meteci di Akraiphia – il genitivo plurale τῶν πεδαϝοίκων, l. 6, è la forma dorico/eolica attesa dell’attico μέτοικος, cfr. πε<δ>άϝοικοι in IG IV 552, l.8 e πεδάϝο<ι>ϙ̣οιin IG IV 615, l. 2, entrambe da Argo – combatterono contro Demetrio e rimasero a difendere la polis, il demos di Akraiphia concesse l’equiparazione fiscale (ϝισοτέλιαν, l. 10), ovvero il privilegio di pagare le stesse tasse dei cittadini di pieno diritto. Concessioni analoghe agli stranieri residenti sono note anche in altri contesti. In primo luogo, ad Atene sono noti diversi casi di meteci ricompensati con l’isoteleia per il loro contributo militare: si vedano IG II3 1, 418, decreto per Asklepiodoros; IG II2 505, decreto per Nicandro, figlio di Antifane, di Ilio e Polizelo, figlio di Apollofane, di Efeso. In secondo luogo, le ragioni dietro la concessione del privilegio fiscale – la disponibilità a non abbandonare la città e a combattere con gli Acrefiti – richiamano, per contrasto, l’accusa, rivolta a cittadini ateniesi, di aver lasciato la città e di non aver imbracciato le armi per vivere come meteci all’estero (Philon in Lys. 31.14 e Leokrates in Lyc. 1.43). In terzo luogo, sebbene concessioni individuali di isoteleia siano abbastanza diffuse nel koinon beotico, specie in connessione con la prossenia (IG VII 2858, 2866; I.Oropos 21; SEG 23.289), il documento si segnala perché attesta un caso raro di concessione di massa dell’isoteleia, accostabile al decreto ateniese per i Teni residenti in Attica (IG II3 1, 883). Infine, il caso di Akraiphia si segnala perché l’equiparazione fiscale si applica non solo alle tasse che si devono alla polis per cui i meteci hanno combattuto, ma anche a quelle che si devono al koinon beotico.
Secondo la restaurazione proposta da Kalliontzis alle ll. 1-2, i meteci onorati furono registrati tra i sympoliteuomenoi. Si tratta di una registrazione insolita giacché ad Akraiphia il verbo ἀπογράφω compare nei cataloghi militari come atto di iscrizione tra gli efebi (IG VII 2715-2720). Peraltro, cosa si debba intendere per sympoliteuomenos non è chiaro. Sembra da scartare l’ipotesi secondo cui nei sympoliteuomenoi si debba vedere in atto una convenzione di sympoliteia tra comunità differenti, intesa come condivisione della cittadinanza federale, così come l’interpretazione che ne fa semplici meteci (così, cautamente, Freitag) o cittadini ascitizi che godevano della cittadinanza federale ma non di quella locale (Rzepka). Allo stesso modo, l’ipotesi secondo cui i sympoliteuomenoi sarebbero stranieri legati al koinon da una convenzione di isopoliteia (Lefèvre) si scontra con il fatto che l’iscrizione parla espressamente di meteci onorati con l’isoteleia.
Ciò che appare certo è che il termine nella tradizione letteraria assume il significato di “membro di uno stato” e quindi “concittadino” (e.g. Isoc. 3.4; 12.246). Per spiegare l’integrazione proposta, Kalliontzis ha richiamato diversi documenti letterari ed epigrafici utili a ben intendere l’espressione. In primo luogo, un decreto di Farsalo attestante una politografia in cui ad alcuni sympoliteuomenoi ἐξ ἀρχᾶς che combatterono insieme ai cittadini venne concessa la cittadinanza (IG IX 2, 234). Il confronto è solo parzialmente calzante: a Farsalo si fece ricorso all’anaplerosis, l’atto di rimpinguare il corpo cittadino in circostanze di particolare emergenza, attingendo a membri del koinon (così Lonis), analogamente a quanto avvenne a Larisa per decisione di Filippo V (IG IX 2, 517, in cui i destinatari provengono da Crannone e Gyrton; cf. Mari – Thornton 2016), o più probabilmente a penesti (Decourt 1990; penesti sembrano essere stati anche i destinatari dei decreti di naturalizzazione da Mopsion editi da Garcia Ramon – Helly – Tziafalias 2007), mentre ad Akraiphia non sembra esserci stato né un provvedimento di naturalizzazione né la concessione di terre. In secondo luogo, alcuni documenti del koinon etolico, specie decreti di asylia, in cui compare la formula πολιτεύοντες ἐν Αἰτωλίᾳ o οἰκοῦντες/κατοικεόντες ἐν Αἰτωλίᾳ (IG XII 2 15; IG XII 5 526; IG IX 1² 1 192; vd. soprattutto la formula [Αἰτωλοῖς καὶ τοῖς συμπολιτευομένοις με]τ’ Αἰτωλῶν nel trattato tra Demetrio Poliorcete e gli Etoli, SEG 48.588, l. 16). Il fatto che nei decreti etolici i πολιτεύοντες siano distinti dai cittadini di pieno diritto – οἱ Αἰτωλοί – induce a supporre una chiara diversificazione di status tra i due gruppi (Lasagni). Più opportuno sembra l’accostamento con il quadro fornito dall’Anonimo di Ossirinco (Hell.Oxy. 16.2-3), laddove descrive il modo in cui erano selezionati i beotarchi nel koinon beotico. L’autore osserva che Tebe forniva quattro beotarchi, due a suo nome, due per conto di Plataea, Skolos, Erythrai e Skaphai e di tutti gli altri luoghi che in origine erano legati in una sympoliteia, ma che in quel momento erano soggetti a Tebe. I sympoliteuomenoi di Platea non erano cittadini plateesi, ma appartenevano al meros di Platea e combattevano coi Plateesi.
A1 [- – – c. 7 – – -]ιω ἄρχοντος τοιὶ ἀπεγράψανθο ἐν τὼς συ[µπο]-
[λιτευοµέ ?]νως καττὸ ψάφισµα τῶ δάµω·
[- – – c. 6 – – -] Mειλιῆος ἔλεξε· δεδόχθη τοῖ δάµοι ὅπως κὰ ϝιδῶ[νθι]
[πάντε]ς τοὶ Ἕλλανες ὅτι Ἀκρηφιεῖες πολλὰν ἐπιµέλειαν πο[ιῶνθι]
5 [τῶ]ν χρεισίµων ἐν τοῖς κηροῖς γ[ι]νυµένων τῆ πόλι, δεδόχθ[η τοῖ]
[δ]άµοι, ὅποττοι τῶν πεδαϝοίκων συνεπολέµεισαν τὸµ π[όλε]-
µον τὸµ περιστάντα περὶ τὰν πόλιν τὸν ποδ Δα‑
µάτριον ἐπὶ Ξενοκρίτω ἄρχοντος κὴ διέµειναν ἐν τῆ πόλι πι[θό]‑
µενοι τοῖς ἀρχόντεσσι κὴ ταδδόµενοι ὅποις ἕκαστον κατέτ[αξαν],
10 εἶµεν αὐτοῖς ϝισοτέλιαν δεδοµέναν παρ τᾶς πόλιος κὴ α[ὐτοῖς]
κὴ τοῖς ἐκγόνοις, ἐµφερόντεσσι ἐν τὰν πόλιν κὴ ἐν τὸ κο[ινὸν]
Βοιωτῶν ἅ κα κὴ τοὶ ἄλλοι πολῖτη ἐµφέρωνθι· ἐπιµέλεσ[θη δὲ]
τὼς πολεµάρχως ὅπως µειδὶς αὐτὼς ἀδικίει, ὅπ[ως δὲ]
ἁ δωριὰ κουρία ἴει αὐτοῖς ἐµ πάντα τὸν χ[ρόνον, κὴ φανε]‑
15 ροὶ ἴωνθι ὁπόττοις δέδοτη ἁ ϝισοτ[έλια παρ τᾶς πόλιος, ἀπο]‑
γράφεσθη αὐτὼς ποττὼς π̣[ολεµάρχως τὼς ἐπὶ nomen]
ω ἄρχοντος ἐν τοῖ πρόσθα [- – – – – – – – – – – – – – ἀπο]-
γράψαντας αὐτῶν τὰ ὀνύµα̣[τα – – – – – – – – – – – – – – – ]
ἐν τοῖ δάµοι· ἐπὶ δέ κα ἀν[αγράψωνθι τὰ ὀνύµατα – – – – – – – ]
20 ἠ τίς κα β̣ε̣ί̣λ̣ε̣ι̣τ̣η̣ [τῶν πολιτῶν – – – – – – – – – – – – – – – – – – -]
B1 Κάρπος Διωνουσίω, Φι[λέ]-
τηρος Καλλίππω, Πύ[ρραν]-
δρος Λίοντος, Ἑρµάϊ[ος Ἑρ]-
µαΐω, Θίων Δαµοτέλ[ιος],
5 Μένων Δαµοτέλιος, [Σω]-
τειρίδας Δαµοστρότιος,
Πανκλεῖς Σιµίαο, Ὀνασίων
Παράλω, Διωνουσόδωρος Χα-
ριξένω, Δρόµων Διωνουσο-
10 δώρω, Πατρώνδας Πάτρων-
ος, Θρασοκλεῖς Ἀρχεβώλω,
Ζώπυρος Θρασοκλεῖος, Ἐρά-
[των] Στροτώνιος, Νικόλαος
[- – – – – – – – – -]Ν Θιαγέ-
15 [νιος – – – – – – – – – – – – – – -]
A1. Quando [- – -] era arconte, le seguenti persone sono state iscritte tra i sympoliteuomenoi secondo il decreto del popolo. [- – – -] figlio di Meilias ha avanzato la proposta; il popolo ha deliberato affinché tutti i Greci sappiano che i cittadini di Akraiphia hanno molta cura degli uomini che si sono resi utili alla città nei momenti difficili, il popolo ha deliberato: a quanti dei meteci che hanno partecipato alla guerra che incombeva sulla città contro Demetrio sotto l’arconte Xenokritos e che sono rimasti in città obbedendo agli arconti e schierandosi dove essi hanno assegnato ciascuno, la città conceda sia a loro sia ai loro discendenti l’equiparazione nel pagamento delle tasse, cosicché paghino alla città e al koinon dei Beoti le tasse che pagano anche gli altri cittadini. I polemarchi si assicurino che nessuno rechi loro ingiustizia, affinché questo privilegio sia valido per sempre, e siano noti i nomi di coloro a cui la città ha conferito l’equiparazione fiscale, siano registrati presso i polemarchi sotto l’arconte [?] davanti a [?], dopo aver scritto i loro nomi […] davanti all’assemblea del popolo; dopo [aver scritto i nomi …], se qualcuno [dei cittadini] lo desidera…
B1. Karpos figlio di Dionysios, Phileteros figlio di Kallippos, Pyrrandros figlio di Lion, Hermaios figlio di Hermaios, Thion figlio di Damoteles, Menon figlio di Damoteleis, Soteiridas figlio Damostrotos, Pankleis figlio di Simias, Onasion figlio di Paralos, Dionysodoros figlio di Charixenos, Dromon figlio di Dionysodoros, Patrondas figlio di Patron, Thrasokleis figlio di Archebolos, Zopyros figlio di Thrasokleis, Heraton figlio di Stroton, Nikolaos […] figlio di Thiaghenes …
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