Il brano, piuttosto famoso, della Costituzione degli Ateniesi pseudo-senofontea ha per oggetto il tema dell’identità linguistica degli Ateniesi. L’anonimo autore esprime quella che ha tutta l’aria di essere una critica all’imbastardimento linguistico degli Ateniesi, che, per gli intensi contatti cui erano esposti in virtù del primato commerciale di cui godevano e del ruolo di principale snodo commerciale che il Pireo senz’altro giocò per tutta l’età classica (Thuc. 2.38.2; Isoc. 4.42; Xen. Vect. 3.1, 5.4), avevano preso ad arricchire la propria lingua di elementi attinti da altri idiomi greci e persino da lingue barbare (sul tono polemico dell’autore v. Kalinka 1913, 203; Soverini 1992, 840-841; Colvin 2004, 102; Weber 2010, 115; Clackson 2015, 53-54; Lenfant 2017, 118; Mosconi 2021, 50-53). Non è mancato, peraltro, chi ha intravisto nelle parole dell’Anonimo un sincero apprezzamento per il ‘multilinguismo’ degli Ateniesi (v. Frisch 1942, 254; Moore 1975, 53; Lapini 1997, 186-187; Marr – Rhodes 2008, 110). Il tenore generale del libello e la menzione dei βάρβαροι come enfatica chiusa del paragrafo sembrano tuttavia non lasciare dubbi circa l’intento denigratorio delle parole dell’autore.
La φωνή di cui parla l’autore, che qui va intesa tanto nel senso di lingua quanto di dialetto (v. Frisch 1942, 253; Lapini 1997, 183; Lenfant 2017, 118; sulla difficoltà di distinguere, specialmente per l’età classica, una lingua da un dialetto v. Clackson 2015, 13), risulta pertanto pienamente contaminata di forestierismi e barbarismi, al pari dello stile di vita, delle abitudini alimentari (δίαιτα) e dell’abbigliamento (σχῆμα): tale trittico per la classificazione etnografica ricorre anche in Hdt. 3.98.3-4. La formulazione dell’autore può certamente risultare iperbolica, come lascia supporre la presenza dell’aggettivo ἅπας, come a voler dire che lingua, stile di vita e costumi degli Ateniesi del tempo erano ormai il frutto di una mescolanza di elementi appartenenti a tutti i Greci e a tutti i barbari (v. Kalinka 1913, 199). Allo stesso tempo, tale formulazione, se non intesa alla lettera, restituisce un quadro non così incredibile, se si considera che poche altre poleis in età classica sperimentarono un afflusso di stranieri (mercanti e schiavi, principalmente) paragonabile a quello di Atene (v. Mosconi 2021, 49-50; sul contatto con altri dialetti greci, v. Aristoph. Ach. 729 e sgg. con Willi 2002, 125-135; sul contatto con lingue non greche, v. Pl. Com. fr. 61 K-A; Pl. Cra. 410a; Tht. 163 b-c; v. inoltre Mayor-Colarusso-Sanuders 2014, sulla familiarità degli Ateniesi con le lingue caucasiche parlate nell’area del Mar Nero).
A giudicare dalle posizioni che l’autore manifesta nel corso dell’intero opuscolo, si è legittimati a pensare che la φωνὴ κεκραμένη non fosse, dal punto di vista dell’Anonimo, appannaggio di tutti i cittadini ateniesi, ma solo di quel demos che più aveva contatti coi mercanti e con gli stranieri in generale, mentre le élite e il demos rurale avrebbero conservato un certo purismo linguistico (Mosconi 2021, 47-48). Dopotutto, che anche all’interno dell’attico dovesse esservi una distinzione tra molteplici varianti socialmente connotate (cioè, socioletti), è attestato da diverse fonti (v. per es. Alex. Fr. 146 K-A; Aristoph. Fr. 706 K- A con Soverini 1992, 842-843; v. inoltre Colvin 2004). Va però osservato anzitutto che i più recenti studi sull’economia greca antica hanno dimostrato un coinvolgimento trasversale della popolazione della polis nelle attività commerciali (v. per es. Christesen 2003, 46-53; Faraguna 2008, 51-57; Harris-Lewis 2016). Inoltre, è stato osservato come i cippi ipotecari (horoi) restituiscano l’immagine di una profonda osmosi tra demi urbani e demi rurali, per cui la dicotomia tra città e campagna, per l’Atene classica, non sembra più sostenibile (v. Shipton 2000, 87-90). Sembra dunque che si possa ipotizzare che la familiarità con le lingue diverse dall’attico fosse propria di una fetta molto ampia dei cittadini ateniesi, indipendentemente dalle competenze attive o passive di ciascuno in questa o quella lingua. Allo stesso tempo, va notato come gli Ateniesi di età classica imponessero ai propri alleati nei trattati di symmachia di prestare il giuramento in dialetto attico, così come testimoniano molteplici iscrizioni, anche quelle rinvenute nella poleis alleate di Atene (v. Crespo 2004). Inoltre, in alcuni casi sembra con ogni evidenza che nella concezione ateniese il dialetto attico fosse coestensivo della titolarità del diritto di cittadinanza (v. per es. Eup. Fr. 90 K-A cf. Amph. Fr. 30 K-A con Soverini 1992, 846-849). Senza contare che nelle fonti ricorre spesso un certo orgoglio ateniese per il proprio dialetto locale (v. Morpurgo Davies 1993, 264).
Occorre pertanto postulare uno sdoppiamento di piani: quello ideologico-ufficiale e quello fattuale. Il punto di vista dell’Anonimo autore della Costituzione pseudosenofontea si pone a cavallo tra la prospettiva degli attori e quella degli osservatori. Il purismo linguistico che con ogni probabilità propugnava non si discosta poi tanto dal punto di vista ideologico-istituzionale degli altri Ateniesi. Allo stesso tempo, l’autore sembra porsi anche dalla prospettiva dell’osservatore esterno, che intravede nel contatto dell’attico con altre lingue il segno di una pericolosa decadenza, che avrebbe prodotto un appannamento delle barriere (culturali, sociali e politico-istituzionali) che separavano il politēs dall’outsider.
Ἔπειτα φωνὴν πᾶσαν ἀκούοντες ἐξελέξαντο τοῦτο μὲν ἐκ τῆς, τοῦτο δὲ ἐκ τῆς· καὶ οἱ μὲν Ἕλληνες ἰδίᾳ μᾶλλον καὶ φωνῇ καὶ διαίτῃ καὶ σχήματι χρῶνται, Ἀθηναῖοι δὲ κεκραμένῃ ἐξ ἁπάντων τῶν Ἑλλήνων καὶ βαρβάρων.
Ε poi (scil. Gli Ateniesi) ascoltando ogni lingua hanno selezionato questo elemento da una, questo elemento dall’altra. E mentre gli altri Greci restano piuttosto fedeli alla propria lingua, alla propria dieta (/stile di vita) e al proprio modo di abbigliarsi, gli Ateniesi presentano un miscuglio di elementi presi da tutti i Greci e tutti i barbari.
- P. Christesen, P. Christesen, Economic Rationalism in fourt-century Athens, Greece and Rome 50, 2003, 31–56.
- J. Clackson, Language and Society in the Greek and Roman Worlds, Oxford 2015.
- S. Colvin, Social Dialect in Attica in Penney 2004, 95-108.
- E. Crespo, The Attitude of the Athenian State towards the Attic dialect during the Classical Era in Penney 2004, 109-118.
- M. Faraguna, alcolo economico, archivi finanziari e credito nel mondo greco tra VI e IV a. C. in V. Koenraad – K. Vandorpe – V. Chankowski (eds.), Pistoi dia technen: bankers, loans and archives in the Ancient World: studies in honor of Raimond Bogaert, Leuven 2008, 33-57.
- H. Frisch, The Constitution of the Athenians: A Philological-Historical Analysis of Pseudo-Xenofon’s Treatise De re publica Atheniensium, Copenhagen 1942.
- E. M. Harris – D. Lewis, Intoduction. Markets in Classical and Hellenistic Greece in E. M. Harris – D. M. Lewis – M. Woolmer (eds.), The Ancient Greek Economy, Cambridge 2016, 1–37.
- E. Kalinka, Die pseudo-Xenophontische Athenaion Politeia: Einleitung, Übersetzung, Erklärung, Leipzig-Berlin 1913.
- W. Lapini, Commento all’Athenaion Politeia dello Pseudo-Senofonte, Firenze 1997.
- D. Lenfant, Pseudo-Xénophon. Constitution des Athéniens. Texte établi, traduit et commenté par D.L., Paris 2017.
- A. Mayor, J. Colarusso, D. Saunders, Making Sense of Nonsense Inscriptions associated with Amazons and Scythians on Athenian Vases, Hesperia 83, 2014, 447-93.
- J.L. Marr – P.J. Rhodes, The Old Oligarch. The Constitution of the Athenians Attributed to Xenophon. Edited with an Introduction, Translation and Commentary, Oxford-Haverton (PA)1975.
- J.M. Moore, Aristotle and Xenophon on Democracy and Oligarchy, Berkeley-Los Angeles 1975.
- A. Morpurgo Davies, Geography, History and Dialect: The Case of Oropos in Crespo, E., Garcia-Ramon, J.L., and Striano, A. (eds.). Dialectologica Graeca: Actas del II coloquio internacional de dialectologia griega (Miraflores de la Sierra, Madrid), 19–21 de junio de 1991), Madrid 1993, 261-279.
- G. Mosconi, La lingua creola del demos. Sul Vecchio Oligarca (Ath. resp. 2, 8) e sui significati sociopolitici del plurilinguismo nel pensiero greco, Historika 11, 2021, 43-81.
- J. H. W. Penney (ed.), Indo-European Perspectives. Studies in honour of Anna Morpurgo Davies, Oxford 2004.
- K. M. W. Shipton, Leasing and Lending: the Cash Economy in Fourth-Century BC Athens, London 2000.
- L. Soverini, Parole, voce, gesti del commerciante nella Grecia classica, ASNP, s. III, 22, 1992, 811-884.
- G. Weber, Pseudo-Xenophon. Die Verfassung der Athener, Darmstadt 2010.