La struttura della confederazione dei Lici è nota, oltre che dalla documentazione epigrafica e numismatica, da un noto passo di Strabone (14.3.3), che ne elogia il buon governo e la capacità di mantenere la libertà come risultato dell’osservanza delle tradizioni patrie.
Strabone dichiara di trarre le notizie sulla Licia da Artemidoro di Efeso, il celebre geografo, il cui floruit si colloca intorno al 100 a.C. Erano 23 le città licie che avevano il diritto di votare nel sinedrio federale in merito agli affari comuni. Il loro numero mutò verosimilmente nel corso del tempo così come la distribuzione dei voti tra i membri del koinon. All’epoca in cui Artemidoro scriveva, le città più grandi disponevano di 3 voti, quelle di medie dimensioni di 2, mentre le città più piccole possedevano un solo voto. L’intero sistema era basato sul principio di rappresentanza proporzionale, probabilmente mutuato dalla lega achea, giacché i voti erano assegnati in base all’importanza o alla popolosità delle città che componevano il koinon.
A livello locale ogni città della confederazione disponeva di un consiglio e un’assemblea popolare, che si occupavano delle questioni di interesse municipale e dell’amministrazione ordinaria. A livello federale l’istituzione più importante era costituita dal sinedrio comune (il koinon synedrion di cui parla Strabone), che la critica identifica con l’assemblea elettiva (archairesiake ekklesia) attestata nella documentazione epigrafica (e.g. TAM II 583). Ad essa era affidata la deliberazione in materia di pace, guerra, alleanze, elezione dei magistrati, nonché l’amministrazione degli affari comuni. Tra i delegati che andavano a servire nel sinedrio federale venivano selezionati un liciarca, la carica più importante del koinon e l’unica menzionata da Strabone; alcune magistrature militari (strateghi; ipparchi; navarchi); un tesoriere e un segretario. Fonti epigrafiche menzionano anche l’esistenza di un consiglio che affiancava i lavori del sinedrio (un’iscrizione della metà del I sec. a.C. da Pinara menziona bouletai e archostatai, TAM II 508, ll. 22-23), ma si tratta più probabilmente di un’innovazione di età augustea. Il principio di rappresentanza proporzionale si applicava a tutti le istituzioni federali. Oltre al sinedrio, esso riguardava, ad esempio, il tribunale federale, che si occupava delle controversie di città singole col sinedrio o coi suoi organi o dei contrasti tra città appartenenti alla confederazione.
Il sinedrio non aveva una sede fissa, ma si riuniva nella città che di volta in volta veniva ritenuta più appropriata. Sembra che tale variazione della sede del sinedrio sia stata motivata dalla volontà di impedire che la città che fosse stata scelta come sede stabile delle adunanze della confederazione finisse col diventare col tempo il centro più importante anche a livello politico, egemonizzando di fatto la lega, come era avvenuto in Beozia con Tebe.
εἰσὶ δὲ τρεῖς καὶ εἴκοσι πόλεις αἱ τῆς ψήφου μετέχουσαι· συνέρχονται δὲ ἐξ ἑκάστης πόλεως εἰς κοινὸν συνέδριον, ἣν ἂν δοκιμάσωσι πόλιν ἑλόμενοι· τῶν δὲ πόλεων αἱ μέγισται μὲν τριῶν ψήφων ἐστὶν ἑκάστη κυρία, αἱ δὲ μέσαι δυεῖν, αἱ δ᾽ ἄλλαι μιᾶς· ἀνὰ λόγον δὲ καὶ τὰς εἰσφορὰς εἰσφέρουσι καὶ τὰς ἄλλας λειτουργίας. ἓξ δὲ τὰς μεγίστας ἔφη ὁ Ἀρτεμίδωρος, Ξάνθον Πάταρα Πίναρα Ὄλυμπον Μύρα Τλῶν κατὰ τὴν ὑπέρθεσιν τὴν εἰς Κιβύραν κειμένην. ἐν δὲ τῷ συνεδρίῳ πρῶτον μὲν Λυκιάρχης αἱρεῖται, εἶτ᾽ ἄλλαι ἀρχαὶ αἱ τοῦ συστήματος· δικαστήριά τε ἀποδείκνυται κοινῇ· καὶ περὶ πολέμου δὲ καὶ εἰρήνης καὶ συμμαχίας ἐβουλεύοντο πρότερον, νῦν δ᾽ οὐκ εἰκός, ἀλλ᾽ ἐπὶ τοῖς Ῥωμαίοις ταῦτ᾽ ἀνάγκη κεῖσθαι, πλὴν εἰ ἐκείνων ἐπιτρεψάντων, ἢ ὑπὲρ αὐτῶν εἴη χρήσιμον· ὁμοίως δὲ καὶ δικασταὶ καὶ ἄρχοντες ἀνὰ λόγον ταῖς ψήφοις ἐξ ἑκάστης προχειρίζονται πόλεως. οὕτω δ᾽ εὐνομουμένοις αὐτοῖς συνέβη παρὰ Ῥωμαίοις ἐλευθέροις διατελέσαι τὰ πάτρια νέμουσι.
Sono 23 le città che partecipano al voto. I cittadini si riuniscono da ogni città in un sinedrio comune, avendo scelto come sede quella città che ritengano adeguata. Le città più grandi dispongono di tre voti ciascuna, quelle medie di due, le altre uno solo. Allo stesso modo, inoltre, versano le contribuzioni e svolgono le altre liturgie. Artemidoro sosteneva che le sei più grandi erano Xanto, Patara, Pinara, Olimpo, Myra e Tlos, che è situata in prossimità del passaggio per Cibira. Nel sinedrio per prima cosa viene eletto un liciarca, in seguito le altre magistrature della confederazione; si istituiscono per di più tribunali in comune. In precedenza, deliberavano sulla guerra, sulla pace e sulle alleanze, ora, invece, non è ragionevole che lo facciano, poiché queste questioni spettano necessariamente ai Romani, tranne se i Romani danno loro l’autorizzazione o si rivela vantaggioso per loro. Parimenti, i giudici e i magistrati sono eletti da ogni città nella stessa proporzione. In questo modo, poiché vissero sotto un buon governo, rimasero sempre liberi sotto i Romani, conservando le tradizioni patrie.
- R. Behrwald, Der Lykische Bund. Untersuchungen zu Geschichte und Verfassung, Bonn 2000
- R. Behrwald, The Lykian League, in H. Beck, P. Funke (eds.), Federalism in Greek Antiquity, Cambridge 2015, 403-418
- S. Jameson, The Lycian League: Some Problems in its Administration, in H. Temporini (ed.), Aufstieg und Niedergang der römischen Welt (ANRW) / Rise and Decline of the Roman World, Band 7/2. Halbband Politische Geschichte (Provinzen und Randvölker: griechischer Balkanraum; Kleinasien [Forts.]), Berlin 1979, 832-856
- J.A.O. Larsen, Greek Federal States. Their Institutions and History, Oxford 1968
- L. Moretti, Ricerche sulle leghe greche, Roma 1962
- A. Rizakis, Achaians and Lykians: A Comparison of Federal Institutions, in H. Beck, K. Buraselis, A. McAuley (eds.), Ethnos and Koinon: Studies in Ancient Greek Ethnicity and Federalism, Stuttgart 2019, 219-242