Il conflitto fra Locresi e Focesi, che fu all’origine dello stallo nella guerra di Corinto (395-387 a.C.), dà modo all’autore delle Elleniche di Ossirinco di soffermarsi sull’organizzazione del koinon beotico. Si tratta di una digressione che descrive il funzionamento del sistema federale beotico così come appariva nel 395 a.C., da leggere in stretta connessione con la descrizione della situazione politica interna a Tebe nello stesso anno (17.1-2). Il sistema che vi è descritto era, al netto di alcuni fisiologici aggiustamenti, quello istituito nel 446 a.C., quando la Beozia, affrancatasi dall’influenza ateniese dopo la battaglia di Coronea (447 a.C.), si diede la struttura federale che rimase in vigore fino allo scioglimento della lega a seguito della stipula della Pace di Antalcida (387/6 a.C.). Dibattuta è la natura dell’unione dei Boiotoi prima del 446 a.C. Benché si registrino tentativi di ridimensionare la natura politica della prima lega beotica, considerata piuttosto un’alleanza militare o un’organizzazione di natura prettamente cultuale, più diffusa è l’idea che i Beoti siano emersi come gruppo etnico politicamente coeso già intorno alla fine del VI secolo. A confermare questa ipotesi l’esistenza di magistrati federali, i beotarchi, attestati ad un’altezza cronologica relativamente alta non solo dalla tradizione letteraria (Hdt. 9.15.1 a proposito del 479 a.C.), ma anche da recenti ritrovamenti archeologici (cf. Aravantinos 2010, per una lastra di bronzo da un tesoro pubblico a Tebe; l’iscrizione, non ancora pubblicata, ma esposta al museo archeologico di Tebe, attesta l’attività di un beotarco).
La lega beotica di età classica riuscì a coniugare la tradizione di autogoverno locale con l’aspirazione a una struttura federale in grado di accrescere il peso internazionale della Beozia e di ridimensionare l’influenza ateniese. Il modello federale dell’oligarchia oplitica riproduceva le costituzioni oligarchiche di tipo timocratico con cui le città si governavano a livello locale. Lo strumento con cui i Beoti raggiunsero questo obiettivo fu la creazione di una struttura federale fondata sulla rappresentanza proporzionale dei membri della lega nel governo centrale. L’intera Beozia fu divisa in distretti, detti mere, sorta di suddivisioni territoriali che subordinavano l’unità e la coesione territoriale al principio di rappresentanza proporzionale in seno agli organi federali. Stando allo storico di Ossirinco, nel 395 le comunità beotiche erano ripartite in 11 distretti, secondo la seguente ripartizione: Tebe occupava 4 distretti, Orcomeno con Isie 2, Tespie con Eutresi e Tisbe 2, Tanagra 1; i restanti 2 distretti erano suddivisi tra le comunità che sorgevano a sud-ovest e a sud-est del lago Copaide.
In assenza di un’assemblea primaria, l’istituzione più importante era il Consiglio federale, composto da 660 membri, in cui vigeva il principio rappresentativo. I cittadini erano divisi in 4 consigli o boulai, a ciascuno dei quali spettava a turno di esaminare gli affari della confederazione, esercitando di fatto una funzione probuleutica rispetto agli altri consigli; le decisioni del consiglio in carica diventavano esecutive solo se erano approvate all’unanimità dalle altre boulai. Il principio di rappresentanza era garantito anche nelle altre istituzioni. Il tribunale federale era composto da giudici inviati in egual numero da ciascun distretto. Ogni circoscrizione forniva in aggiunta un contingente militare, composto da 1000 fanti, 100 cavalieri e da truppe armate alla leggera, ed eleggeva un beotarco, a cui spettava la formazione e la supervisione dei contingenti militari federali e la composizione del consiglio di guerra e che era tenuto a rendere conto al consiglio. Il funzionamento del sistema federale era assicurato dalle contribuzioni in denaro per assolvere alle esigenze finanziarie della confederazione.
εἶχεν δὲ τὰ πράγματα τότε κα[τὰ τὴ]ν Βοιωτίαν οὕτως· ἦσαν καθεστηκυῖαι βουλαὶ [τό]‖τε τέττα[ρες παρ’ ἑ]κάστῃ τῶν πόλεων, ὧν οὐ[χ ἅπασι] τοῖς πολ[ίταις ἐξῆ]ν μετέχειν, ἀ[λλὰ] τοῖς κεκ[τημένοις] πλῆθός τ[ι χρημά]των, τούτων δὲ τῶν βουλῶ[ν κατὰ] μέρος ἑκάσ[τη προκ]αθημένη καὶ προβουλεύ[ουσα] | περὶ τῶν π[ραγμά]των εἰσέφερεν εἰς τὰς τρε[ῖς, ὅτι] δὲ δόξε<ι>ε[ν] ἁπάσα[ι]ς τοῦτο κύριον ἐγίγνετο. κ[αὶ τὰ μὲν] ἴδια διετέλουν οὕτω διοικούμενοι, τὸ δὲ τῶ[ν Βοι]ωτῶν τοῦτον ἦν τὸν τρόπον συντεταγμένον. [καθ’ ἕν]δεκα μέρη διῄρηντο πάντες οἱ τὴν χώραν οἰκοῦν[τες,] | καὶ τούτων ἕκαστον ἕνα παρείχετο βοιώταρχον [οὕτω·] Θηβαῖοι μὲν τέτταρα<ς> συνεβάλλοντο, δύο μὲν ὑπὲ[ρ τῆς] πόλεως, δύο δὲ ὑπὲρ Πλαταιέων καὶ Σκώλου καὶ Ἐ̣ρ̣[υ]θρῶ[ν] καὶ Σκαφῶν καὶ τῶν ἄλλων χωρίων τῶν πρότερον μὲν ἐκείνοις συμπολιτευομένων, τότε δὲ συντε|λούντων εἰς τὰς Θήβας. δύο δὲ παρείχοντο βοιωτάρχας Ὀρχομένιοι καὶ Ὑσιαῖοι, δύο δὲ Θεσπιεῖς σὺν Εὐτρήσει καὶ Θίσβαις, ἕνα δὲ Ταναγραῖοι, καὶ πάλιν ἕτερον Ἁλιάρτιοι καὶ Λεβαδεῖς καὶ Κορωνεῖς, ὃν ἔπεμπε κατὰ μέρος ἑκάστη τῶν πόλεων, τὸν αὐτὸν δὲ τρόπον ἐ|βάδιζεν ἐξ Ἀκραιφνίου καὶ Κωπῶν καὶ Χαιρωνείας.
Allora la situazione della Beozia appariva in questo modo. C’erano quattro consigli stabiliti in quel tempo presso ciascuna delle città, ai quali non potevano prendere parte tutti i cittadini, ma soltanto coloro che possedevano un certo censo; ciascuno di questi consigli a turno si riuniva e deliberava sugli affari pubblici, riferendo poi agli altre tre, e ciò che sembrava conveniente a tutti veniva approvato. E continuarono a gestire gli affari pubblici in questo modo, ma rispetto alle questioni dei Beoti questo era il modo stabilito. Tutti coloro che abitavano la regione erano divisi in undici distretti e ciascuno di questi forniva un beotarco in questo modo. I Tebani ne fornivano quattro, due a nome della città, due per Platea, Skolos, Eritre, Skaphai e gli altri territori che in precedenza erano legati in una sympoliteia, ma che ora sono soggetti a Tebe. Gli Orcomeni e gli Isiei forniscono due beotarchi, due i Tespiesi con Eutresi e Tisbe, uno i Tanagri, e ancora gli Aliarti, i Lebadei e i Coronei uno, che ciascuna delle città inviava a turno; allo stesso modo uno veniva da Acrefia, Cope e Cheronea.
- V. Aravantinos, The Archaeological Museum of Thebes, John S. Latsis Public Benefit Foundation
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