Il passo riproduce il discorso con cui Cligene, ambasciatore della città calcidese di Acanto, si rivolse agli Spartani, nel 382, per informarli della crescita della potenza di Olinto all’interno del koinοn calcidese e per richiedere un intervento armato a tutela dell’autonomia di quelle realtà locali che non intendevano aderire ad un koinοn egemonizzato dalla stessa Olinto.
Il passo di Senofonte costituisce una testimonianza particolarmente preziosa, perché, oltre ad attestare la forma verbale sympoliteuein, chiarisce anche cosa la sympoliteia comportasse concretamente, e cioèl’uso di leggi comuni, la messa in comune delle risorse militari ed economiche, lo scambio di diritti di matrimonio (epigamia) e di proprietà (enktesis).
Cligene, esponente di una visione politica “cittadina”, sottolinea il carattere impositivo dell’operazione di potenziamento e di egemonizzazione del koinοn calcidese che Olinto sta conducendo. Su Acanto incombe la costrizione ad “avere le stesse leggi e la cittadinanza comune (sympoliteuein)”, dopo che già altre città sono state costrette a rinunciare all’autonomia cittadina per aderire alla sympoliteia.L’impossibilità di accettare il sistema della sympoliteia deriva, da una parte, dal fatto che l’adesione ad essa comporta un distacco dalla tradizione patria, dall’altra dalla perdita di autonomia che l’inserimento in una federazione implica.
Della sympoliteia, Cligene ha ben chiare le caratteristiche istituzionali: essa comporta la rinuncia ad una parte dell’autonomia cittadina per accettare l’inserimento nel koinοn (il “servirsi di leggi comuni”), la condivisione degli impegni militari, lo scambio di diritti di matrimonio e di proprietà. Il limite principale dell’esperienza federale è individuato nella difficoltà di calibrare il rapporto tra livello federale e realtà locali. Ma chiari appaiono anche i vantaggi offerti dallo stato federale: rispetto alla polis, esso può godere di una più ampia base territoriale, di maggior forza demografica e militare, di una superiore disponibilità di risorse. Chi aderisce ad un koinοn può aver parte a questi vantaggi, e ciò costituisce, per ammissione dello stesso Cligene, un importante fattore di attrazione, legato alla possibilità di partecipare, attraverso l’unificazione politica e giuridica, ad una serie di vantaggi concreti.
ὦ ἄνδρες Λακεδαιμόνιοί τε καὶ σύμμαχοι, οἰόμεθα λανθάνειν ὑμᾶς πρᾶγμα μέγα φυόμενον ἐν τῇ Ἑλλάδι. ὅτι μὲν γὰρ τῶν ἐπὶ Θρᾴκης μεγίστη πόλις Ὄλυνθος σχεδὸν πάντες ἐπίστασθε. οὗτοι τῶν πόλεων προσηγάγοντο ἐφ᾽ ᾧτε νόμοις τοῖς αὐτοῖς χρῆσθαι καὶ συμπολιτεύειν, ἔπειτα δὲ καὶ τῶν μειζόνων προσέλαβόν τινας. […] πέμψαντες δὲ καὶ πρὸς ἡμᾶς καὶ πρὸς Ἀπολλωνιάτας οἱ Ὀλύνθιοι προεῖπον ἡμῖν ὅτι εἰ μὴ παρεσόμεθα συστρατευσόμενοι, ἐκεῖνοι ἐφ᾽ ἡμᾶς ἴοιεν. ἡμεῖς δέ, ὦ ἄνδρες Λακεδαιμόνιοι, βουλόμεθα μὲν τοῖς πατρίοις νόμοις χρῆσθαι καὶ αὐτοπολῖται εἶναι· εἰ μέντοι μὴ βοηθήσει τις, ἀνάγκη καὶ ἡμῖν μετ᾽ ἐκείνων γίγνεσθαι. καίτοι νῦν γ᾽ ἤδη αὐτοῖς εἰσὶν ὁπλῖται μὲν οὐκ ἐλάττους †ὀκτακοσίων, πελτασταὶ δὲ πολὺ πλείους ἢ τοσοῦτοι· ἱππεῖς γε μέντοι, ἐὰν καὶ ἡμεῖς μετ᾽ αὐτῶν γενώμεθα, ἔσονται πλείους ἢ χίλιοι. κατελίπομεν δὲ καὶ Ἀθηναίων καὶ Βοιωτῶν πρέσβεις ἤδη αὐτόθι. ἠκούομεν δὲ ὡς καὶ αὐτοῖς Ὀλυνθίοις ἐψηφισμένον εἴη συμπέμπειν πρέσβεις εἰς ταύτας τὰς πόλεις περὶ συμμαχίας. καίτοι εἰ τοσαύτη δύναμις προσγενήσεται τῇ τε Ἀθηναίων καὶ Θηβαίων ἰσχύι, ὁρᾶτε, ἔφη, ὅπως μὴ οὐκέτι εὐμεταχείριστα ἔσται ἐκεῖνα ὑμῖν. […] ἐννοήσατε δὲ καὶ τόδε, πῶς εἰκὸς ὑμᾶς τῆς μὲν Βοιωτίας ἐπιμεληθῆναι ὅπως μὴ καθ᾽ ἓν εἴη, πολὺ δὲ μείζονος ἁθροιζομένης δυνάμεως ἀμελῆσαι, καὶ ταύτης οὐ κατὰ γῆν μόνον, ἀλλὰ καὶ κατὰ θάλατταν ἰσχυρᾶς γιγνομένης. τί γὰρ δὴ καὶ ἐμποδών, ὅπου ξύλα μὲν ναυπηγήσιμα ἐν αὐτῇ τῇ χώρᾳ ἐστί, χρημάτων δὲ πρόσοδοι ἐκ πολλῶν μὲν λιμένων, ἐκ πολλῶν δ᾽ ἐμπορίων, πολυανθρωπία γε μὴν διὰ τὴν πολυσιτίαν ὑπάρχει; ἀλλὰ μὴν καὶ γείτονές γ᾽ εἰσὶν αὐτοῖς Θρᾷκες οἱ ἀβασίλευτοι, οἳ θεραπεύουσι μὲν καὶ νῦν ἤδη τοὺς Ὀλυνθίους· εἰ δὲ ὑπ᾽ ἐκείνοις ἔσονται, πολλὴ καὶ αὕτη δύναμις προσγένοιτ᾽ ἂν αὐτοῖς. τούτων γε μὴν ἀκολουθούντων καὶ τὰ ἐν τῷ Παγγαίῳ χρύσεια χεῖρα ἂν αὐτοῖς ἤδη ὀρέγοι. καὶ τούτων ἡμεῖς οὐδὲν λέγομεν ὅ τι οὐ καὶ ἐν τῷ τῶν Ὀλυνθίων δήμῳ μυριόλεκτόν ἐστι. τό γε μὴν φρόνημα αὐτῶν τί ἄν τις λέγοι; καὶ γὰρ ὁ θεὸς ἴσως ἐποίησεν ἅμα τῷ δύνασθαι καὶ τὰ φρονήματα αὔξεσθαι τῶν ἀνθρώπων. ἡμεῖς μὲν οὖν, ὦ ἄνδρες Λακεδαιμόνιοί τε καὶ σύμμαχοι, ἐξαγγέλλομεν ὅτι οὕτω τἀκεῖ ἔχει· ὑμεῖς δὲ βουλεύεσθε, εἰ δοκεῖ ἄξια ἐπιμελείας εἶναι. δεῖ γε μὴν ὑμᾶς καὶ τόδε εἰδέναι, ὡς ἣν εἰρήκαμεν δύναμιν μεγάλην οὖσαν, οὔπω δυσπάλαιστός ἐστιν. αἱ γὰρ ἄκουσαι τῶν πόλεων τῆς πολιτείας κοινωνοῦσαι, αὗται, ἄν τι ἴδωσιν ἀντίπαλον, ταχὺ ἀποστήσονται· εἰ μέντοι συγκλεισθήσονται ταῖς τε ἐπιγαμίαις καὶ ἐγκτήσεσι παρ᾽ ἀλλήλοις, ἃς ἐψηφισμένοι εἰσί, καὶ γνώσονται ὅτι μετὰ τῶν κρατούντων ἕπεσθαι κερδαλέον ἐστίν, ὥσπερ Ἀρκάδες, ὅταν μεθ᾽ ὑμῶν ἴωσι, τά τε αὑτῶν σῴζουσι καὶ τὰ ἀλλότρια ἁρπάζουσιν, ἴσως οὐκέθ᾽ ὁμοίως εὔλυτα ἔσται.
Cittadini di Sparta e degli stati alleati, pensiamo che non siate al corrente di un grande pericolo che sta sorgendo in Grecia. Che Olinto è la maggiore città della Tracia, lo sapete certo quasi tutti. Gli Olinti, portata a termine l’annessione di alcune cittadine che dovettero impegnarsi ad avere le loro stesse leggi e la cittadinanza comune,ne sottomisero poi di più grandi. […] Gli Olinti hanno inviato ambascerie anche a noi, avvisandoci che, se non prenderemo parte alle loro spedizioni, saranno loro a marciare contro di noi. Noi, cittadini di Sparta, vogliamo conservare le leggi dei nostri padri e la nostra cittadinanza;ma se non ci verrà in aiuto qualcuno, sarà inevitabile che ci uniamo a loro. Hanno già adesso non meno di † opliti, e un numero anche maggiore di peltasti; inoltre i cavalieri, se ci uniremo a loro, saranno più di mille. Quando siamo partiti, erano già arrivati ambasciatori di Atene e della Beozia. E ci è stato riferito che gli Olinti avevano decretato di inviare a loro volta ambascerie in quelle città per stipulare trattati di alleanza. Se alle forze di Atene e Tebe si uniranno anche queste, badate che non vi sarà più possibile mantenere il controllo della situazione. […] Fate poi quest’ultima considerazione: dove sarebbe la vostra coerenza se, dopo aver provveduto ad impedire l’unificazione della Beozia, non vi occupaste ora dell’espansione di una potenza ben più grande e che si sta rivelando forte non soltanto sulla terra, ma anche sul mare? Quali ostacoli potrebbero avere infatti, dal momento che il loro territorio è ricco di legname per la costruzione di navi, che ricavano entrate notevoli tanto dai loro molti porti quanto dai loro molti empori e che la popolazione è numerosa grazie al benessere di cui gode? Confinano inoltre con i Traci, che non hanno un re e che già da ora si mettono a loro disposizione; se saranno assoggettati, una grande potenza verrà ad aggiungersi a quella di Olinto. E con la sottomissione dei Traci attireranno la loro attenzione anche le miniere d’oro del Pangeo. Di tutte queste nostre affermazioni non ve n’è una che non sia già stata fatta mille volte nell’assemblea degli Olinti. Come si potrebbe, del resto, criticare la loro ambizione? Non sono forse gli dei a far sì che l’ambizione degli uomini cresca insieme con il loro potere? Noi, cittadini di Sparta e alleati, siamo qui semplicemente a riferirvi la situazione; tocca a voi decidere se vi pare degna della vostra attenzione. Dovete comunque tener presente anche questo: la potenza di cui abbiamo parlato, pur se grande, è ancora battibile. Perché le città costrette alla cittadinanza comune non esiteranno a ribellarsi, se vedranno qualche opposizione; se invece saranno ormai legate da vincoli reciproci di matrimonio e di proprietà come è già stato decretato, e avranno avuto modo di rendersi conto dei vantaggi che si hanno a seguire il vincitore (come gli Arcadi, quando compiono qualche spedizione con voi e salvano così le loro proprietà, saccheggiando quelle altrui), allora probabilmente non sarà tanto facile sciogliere la loro unione (traduzione di M. Ceva).
- L. Aigner Foresti, A. Barzanò, C. Bearzot, L. Prandi, G. Zecchini (eds.), Federazioni e federalismo nell’Europa antica (Atti del Convegno internazionale, Bergamo, 21-25 settembre 1992), Milano 1994
- C. Bearzot, Federalismo e autonomia nelle Elleniche di Senofonte, Milano 2004
- C. Bearzot, Ancient Theoretical Reflections on Federalism, in H. Beck and P. Funke (eds.), Federalism in Greek Antiquity, Cambridge 2015, 503-511
- C. Bearzot, À propos du parallélisme entre deux discours d’ambassade à Sparte (Xén. Hell. V, 2, 12-19 et VI, 1, 4-16), Ktéma 44 (2019), 23-32
- H. Beck, Polis und Koinon. Untersuchungen zur Geschichte und Struktur der griechischen Bundesstaaten im 4. Jahrhundert v. Chr., Stuttgart 1997
- H. Beck, “The Laws of the Fathers” versus “the Laws of the League”: Xenophon on Federalism, CPh 96 (2001), 355-375
- J.A.O. Larsen, Greek Federal States. Their Institutions and History, Oxford 1967