Xenophon, HG 6.1.4-16. Discorso di Polidamante di Farsalo (375/4 a.C.)

Il discorso di Polidamante di Farsalo, non diversamente da quello di Cligene di Acanto con il quale presenta molte affinità (HG 5.2.12-19), testimonia dell’interesse di Senofonte per la realtà federale e della sua capacità di coglierne le caratteristiche, nonché di metterne a fuoco i valori e i limiti.

Senofonte riferisce della missione compiuta da Polidamante a Sparta nel 375/4 per chiedere sostegno contro Giasone di Fere e la sua politica di unificazione della Tessaglia, e riporta estesamente il suo discorso agli Spartani, che comprende al suo interno un discorso dello stesso Giasone.

Polidamante esordisce prospettando agli Spartani come un grave pericolo, che egli come prosseno si sente in dovere di segnalare, la crescita di una grande struttura federale nella Grecia centro-settentrionale. Facendo espresso riferimento alle parole dello stesso Giasone, Polidamante riferisce del tentativo messo in atto da Fere di egemonizzare il koinon attraverso la sottomissione della maggior parte delle città tessaliche, ottenuta per mezzo di un esercito di seimila mercenari nonostante l’opposizione militare di Farsalo. Dopo questi primi successi, Giasone esprime tuttavia la volontà di ottenere l’adesione volontaria di Farsalo, contando sulla grande potenzialità di crescita di uno stato federale, qualora la sua unità si basi non sulla violenza esercitata nei confronti degli stati membri, ma sulla piena volontarietà della loro adesione.

Giasone prospetta poi le grandi potenzialità di una Tessaglia unita sotto un unico tago in una solida struttura federale, evocando i vantaggi legati all’articolazione territoriale e alle condizioni economiche dello stato federale tessalico: la posizione geografica, i rapporti con gli stati confinanti e il conseguente aumento delle risorse disponibili, la disponibilità di porti e la possibilità di controllare il mare, e quindi la prospettiva di una egemonia duplice, terrestre e marittima; l’abbondanza di grano e di legname e la possibilità di sfruttare miniere; la forza demografica legata al benessere economico; le risorse finanziarie legate al commercio e alla tassazione portuale.

ἐγώ, ὦ ἄνδρες Λακεδαιμόνιοι, πρόξενος ὑμῶν ὢν καὶ εὐεργέτης ἐκ πάντων ὧν μεμνήμεθα προγόνων, ἀξιῶ, ἐάν τέ τι ἀπορῶ, πρὸς ὑμᾶς ἰέναι, ἐάν τέ τι χαλεπὸν ὑμῖν ἐν τῇ Θετταλίᾳ συνιστῆται, σημαίνειν. ἀκούετε μὲν οὖν εὖ οἶδ᾽ ὅτι καὶ ὑμεῖς Ἰάσονος ὄνομα· ὁ γὰρ ἀνὴρ καὶ δύναμιν ἔχει μεγάλην καὶ ὀνομαστός ἐστιν. οὗτος δὲ σπονδὰς ποιησάμενος συνεγένετό μοι, καὶ εἶπε τάδε·
ὅτι μέν, ὦ Πολυδάμα, καὶ ἄκουσαν τὴν ὑμετέραν πόλιν Φάρσαλον δυναίμην ἂν παραστήσασθαι ἔξεστί σοι ἐκ τῶνδε λογίζεσθαι. ἐγὼ γάρ, ἔφη, ἔχω μὲν Θετταλίας τὰς πλείστας καὶ μεγίστας πόλεις συμμάχους· κατεστρεψάμην δ᾽ αὐτὰς ὑμῶν σὺν αὐταῖς τὰ ἐναντία ἐμοὶ στρατευομένων. καὶ μὴν οἶσθά γε ὅτι ξένους ἔχω μισθοφόρους εἰς ἑξακισχιλίους, οἷς, ὡς ἐγὼ οἶμαι, οὐδεμία πόλις δύναιτ᾽ ἂν ῥᾳδίως μάχεσθαι. ἀριθμὸς μὲν γάρ, ἔφη, καὶ ἄλλοθεν οὐκ ἂν ἐλάττων ἐξέλθοι· ἀλλὰ τὰ μὲν ἐκ τῶν πόλεων στρατεύματα τοὺς μὲν προεληλυθότας ἤδη ταῖς ἡλικίαις ἔχει, τοὺς δ᾽ οὔπω ἀκμάζοντας: σωμασκοῦσί γε μὴν μάλα ὀλίγοι τινὲς ἐν ἑκάστῃ πόλει· παρ᾽ ἐμοὶ δὲ οὐδεὶς μισθοφορεῖ, ὅστις μὴ ἱκανός ἐστιν ἐμοὶ ἴσα πονεῖν.
[…]
τί οὖν μέλλεις καὶ οὐκ ἤδη στρατεύεις ἐπὶ τοὺς Φαρσαλίους; ὅτι νὴ Δία τῷ παντὶ κρεῖττόν μοι δοκεῖ εἶναι ἑκόντας ὑμᾶς μᾶλλον ἢ ἄκοντας προσαγαγέσθαι. βιασθέντες μὲν γὰρ ὑμεῖς τ᾽ ἂν βουλεύοισθε ὅ τι δύναισθε κακὸν ἐμοί, ἐγώ τ᾽ ἂν ὑμᾶς ὡς ἀσθενεστάτους βουλοίμην εἶναι· εἰ δὲ πεισθέντες μετ᾽ ἐμοῦ γένοισθε, δῆλον ὅτι αὔξοιμεν ἂν ὅ τι δυναίμεθα ἀλλήλους. γιγνώσκω μὲν οὖν, ὦ Πολυδάμα, ὅτι ἡ σὴ πατρὶς εἰς σὲ ἀποβλέπει· ἐὰν δέ μοι φιλικῶς αὐτὴν ἔχειν παρασκευάσῃς, ὑπισχνοῦμαί σοι, ἔφη, ἐγὼ μέγιστόν σε τῶν ἐν τῇ Ἑλλάδι μετ᾽ ἐμὲ καταστήσειν. οἵων δὲ πραγμάτων τὰ δεύτερά σοι δίδωμι ἄκουε, καὶ μηδὲν πίστευέ μοι ὅ τι ἂν μὴ λογιζομένῳ σοι ἀληθὲς φαίνηται. οὐκοῦν τοῦτο μὲν εὔδηλον ἡμῖν, ὅτι Φαρσάλου προσγενομένης καὶ τῶν ἐξ ὑμῶν ἠρτημένων πόλεων εὐπετῶς ἂν ἐγὼ ταγὸς Θετταλῶν ἁπάντων κατασταίην· ὥς γε μήν, ὅταν ταγεύηται Θετταλία, εἰς ἑξακισχιλίους μὲν οἱ ἱππεύοντες γίγνονται, ὁπλῖται δὲ πλείους ἢ μύριοι καθίστανται. ὧν ἐγὼ καὶ τὰ σώματα καὶ τὴν μεγαλοψυχίαν ὁρῶν οἶμαι ἂν αὐτῶν εἰ καλῶς τις ἐπιμελοῖτο, οὐκ εἶναι ἔθνος ὁποίῳ ἂν ἀξιώσαιεν ὑπήκοοι εἶναι Θετταλοί. πλατυτάτης γε μὴν γῆς οὔσης Θετταλίας, πάντα τὰ κύκλῳ ἔθνη ὑπήκοα μέν ἐστιν, ὅταν ταγὸς ἐνθάδε καταστῇ· σχεδὸν δὲ πάντες οἱ ταύτῃ ἀκοντισταί εἰσιν· ὥστε καὶ πελταστικῷ εἰκὸς ὑπερέχειν τὴν ἡμετέραν δύναμιν. καὶ μὴν Βοιωτοί γε καὶ οἱ ἄλλοι πάντες ὅσοι Λακεδαιμονίοις πολεμοῦντες ὑπάρχουσί μοι σύμμαχοι· καὶ ἀκολουθεῖν τοίνυν ἀξιοῦσιν ἐμοί, ἂν μόνον ἀπὸ Λακεδαιμονίων ἐλευθερῶ αὐτούς. καὶ Ἀθηναῖοι δὲ εὖ οἶδ᾽ ὅτι πάντα ποιήσαιεν ἂν ὥστε σύμμαχοι ἡμῖν γενέσθαι· ἀλλ᾽ ἐγὼ οὐκ ἄν μοι δοκῶ πρὸς αὐτοὺς φιλίαν ποιήσασθαι. νομίζω γὰρ ἔτι ῥᾷον τὴν κατὰ θάλατταν ἢ τὴν κατὰ γῆν ἀρχὴν παραλαβεῖν ἄν. εἰ δὲ εἰκότα λογίζομαι, σκόπει, ἔφη, καὶ ταῦτα. ἔχοντες μέν γε Μακεδονίαν, ἔνθεν καὶ Ἀθηναῖοι τὰ ξύλα ἄγονται, πολὺ δήπου πλείους ἐκείνων ἱκανοὶ ἐσόμεθα ναῦς ποιήσασθαι. ἀνδρῶν γε μὴν ταύτας πληροῦν πότερον Ἀθηναίους ἢ ἡμᾶς εἰκὸς μᾶλλον δύνασθαι, τοσούτους καὶ τοιούτους ἔχοντας πενέστας; τούς γε μὴν ναύτας τρέφειν πότερον ἡμᾶς ἱκανωτέρους εἰκὸς εἶναι τοὺς δι᾽ ἀφθονίαν καὶ ἄλλοσε σῖτον ἐκπέμποντας ἢ Ἀθηναίους τοὺς μηδ᾽ αὑτοῖς ἱκανὸν ἔχοντας, ἂν μὴ πρίωνται; καὶ χρήμασί γε εἰκὸς δήπου ἡμᾶς ἀφθονωτέροις χρῆσθαι μὴ εἰς νησύδρια ἀποβλέποντας, ἀλλ᾽ ἠπειρωτικὰ ἔθνη καρπουμένους. πάντα γὰρ δήπου τὰ κύκλῳ φόρον φέρει, ὅταν ταγεύηται τὰ κατὰ Θετταλίαν.

Il titolo di vostro prosseno e benefattore, Spartani, io lo possiedo da parte di tutti i miei antenati da tempo immemorabile. Ritengo quindi giusto non solo ricorrere a voi quando mi trovi io in qualche difficoltà, ma anche segnalarvi il sorgere di eventuali pericoli per voi in Tessaglia. Avete certo sentito pronunciare il nome di Giasone, uomo molto potente e famoso. Dopo aver concluso una tregua con la mia città, ha avuto con me un colloquio nel quale così ha detto:

“Che io potrei sottomettere la vostra città anche se opponesse resistenza, Polidamante, lo puoi concludere dalle seguenti considerazioni. Sono mie alleate la maggior parte delle città tessale, che sono riuscito a soggiogare malgrado il vostro aiuto militare contro di me. Ti è inoltre noto che possiedo un esercito di circa seimila mercenari, contro i quali credo che nessuna città potrebbe facilmente combattere. Certo, quanto a numero di soldati, anche da altre città si potrebbe formare una forza non inferiore; ma gli eserciti cittadini comprendono sia uomini di età ormai avanzata sia giovani non ancora nel pieno delle forze. In ogni città, inoltre, sono in scarsissimo numero quelli bene addestrati, mentre al mio servizio non viene arruolato nessuno se non è in grado di tollerare le mie stesse fatiche”.

[…]

“Per quale motivo dovrei quindi temere” soggiunse “di non riuscire a sottomettere facilmente anche voi? Chi non mi conosce potrebbe replicare “che aspetti, allora, a marciare subito contro Farsalo?”. La mia risposta è che sotto tutti i punti di vista, per Zeus, preferisco portarvi dalla mia parte in pieno accordo piuttosto che contro la vostra volontà. Se infatti foste costretti a unirvi a me con la forza, voi non pensereste che a tramare contro di me in ogni modo possibile e io, di conseguenza, non cercherei che di mantenervi nella condizione di maggior debolezza possibile; se invece mi seguiste spontaneamente, è evidente che la potenza di entrambi ne risulterebbe più rafforzata che mai. So bene, Polidamante, che la tua patria guarda a te con ammirazione; se tu farai in modo che sia ben disposta nei miei confronti, ti prometto che ti renderò l’uomo più importante della Grecia dopo di me.

Senti ora di quale potenza intendo offrirti il secondo posto, e non prestarmi fede se non in ciò che apparirà vero al tuo ragionamento. E’ certo chiaro a entrambi che, se Farsalo e le città che dipendono da voi mi assicurassero il loro appoggio, io potrei diventare senza difficoltà tago di tutta la Tessaglia. E quando la Tessaglia sarà governata da un tago, disporrà di circa seimila cavalieri e di più di diecimila opliti. Considerando la loro forza fisica e il loro coraggio, io sono convinto che, sotto la guida giusta, non esisterebbe una sola nazione a cui i Tessali accetterebbero di essere soggetti. Ed essendo la Tessaglia una pianura vastissima, tutte le nazioni confinanti le saranno sottomesse, quando vi regnerà un tago; inoltre quasi tutti gli abitanti della regione sono esperti lanciatori di giavellotto, così che le nostre forze potrebbero essere superiori anche per quanto riguarda i peltasti. La Beozia e tutte le nazioni in guerra con Sparta sono mie alleate; e accetteranno di seguirmi ovunque, appena le libererò da Sparta. Anche gli Ateniesi so bene che sarebbero disposti a tutto pur di diventare nostri alleati; io però non ritengo che sia il caso di stringere amicizia con loro, perché sono convinto di poter ottenere la supremazia sul mare ancora più facilmente che sulla terra. Considera anche questo, per giudicare se i miei calcoli sono giusti. Possedendo la Macedonia, dove gli Ateniesi si riforniscono di legname, avremo la possibilità di costruirci molte più navi di loro. Quanto poi ad equipaggiarle, è logico che risulti più facile agli Ateniesi o a noi, che abbiamo tali e tanti penesti? E il mantenimento dei marinai potremo assicurarlo meglio noi, che abbiamo tanto grano da poterlo anche esportare, o gli Ateniesi, che non ne hanno neppure per loro stessi se non ne comprano? Anche quanto a denaro, è evidente che saremo noi a possederne in quantità maggiore, dato che non ci fisseremo su delle isolette, ma sfrutteremo nazioni del continente. Perché, quando un tago regnerà sulla Tessaglia, tutte le nazioni confinanti pagheranno naturalmente un tributo” (traduzione di M. Ceva).

  • L. Aigner Foresti, A. Barzanò, C. Bearzot, L. Prandi, G. Zecchini (eds.), Federazioni e federalismo nell’Europa antica (Atti del Convegno internazionale, Bergamo, 21-25 settembre 1992), Milano 1994
  • C. Bearzot, Federalismo e autonomia nelle Elleniche di Senofonte, Milano 2004
  • C. Bearzot, Ancient Theoretical Reflections on Federalism, in H. Beck and P. Funke (eds.), Federalism in Greek Antiquity, Cambridge 2015, 503-511
  • C. Bearzot, À propos du parallélisme entre deux discours d’ambassade à Sparte (Xén. Hell. V, 2, 12-19 et VI, 1, 4-16), Ktéma 44 (2019), 23-32
  • H. Beck, Polis und Koinon. Untersuchungen zur Geschichte und Struktur der griechischen Bundesstaaten im 4. Jahrhundert v. Chr., Stuttgart 1997
  • B. Helly, L’état thessalien, Paris 1995
  • J.A.O. Larsen, Greek Federal States. Their Institutions and History, Oxford 1967
  • M. Sordi, La lega tessala fino ad Alessandro Magno, Roma 1958
  • S. Sprawski, Jason of Pherae. A Study on History of Thessaly in Years 431-370 BC, Kraków 1999